Nel solito, sfigatissimo febbraio il Napoli prova a sfidare la tradizione negativa, gli astri e la sorte entrando in campo deciso, concentrato, agonisticamente in palla per tornare alla vittoria.
Serve una vittoria contro i bianconeri, da buon viatico per rincorrere la Juve e possibilmente stendere la Vecchia Signora venerdì prossimo. Cavani, dopo i troppi elogi, non riesce più a tornare ad essere il matador. Insigne è in campo dal primo minuto, ma ci mette una buona mezz'ora prima di capire che la partita è iniziata. Cambiano gli esterni: Armero è dinamite allo stato puro ma con tecnica limitata. Mesto corre tanto, crossa bene ma non diventa mai un punto di riferimento.
L'Udinese è solo un nome che può incutere qualche timore. La squadra in campo è decisamente modesta, impegnata a difendere con tutti gli uomini e affidarsi a ripartenze con Di Natale. Troppo poco. Anche perché gli Azzurri partono decisi. Pronti via: scappa Mesto. Giandomenico (uno con un nome così, avrebbe detto Troisi, cresce maleducato, infatti corre via agli avversari) mette dentro l'area, la palla sfila davanti all'incredulo portiere bianconero. Cavani vola capelli al vento, ma non colpisce nulla. Lo stadio trattiene il fiato: il pallone continua la sua corsa, sta arrivando Insigne, è solo, deve solo colpire il maledetto tondo, ma lui è goffo e cicca clamorosamente. E' il febbraio maledetto.
Gli azzurri cominciano a conquistare campo, ma senza pungere. Bisogna aspettare 22 minuti per vedere Hamsik liberare Cavani in area. Chi si ricorda le gesta del matador sa che il gol è servito, ma Edinson forse sta già pensando a Madrid: la girata è davvero da dimenticare. C'è il tempo per vedere l'unica azione pericolosa dell'Udinese con Pereyra prima di una ripartenza spettacolare da squadra del tempo che fu: lancio di Britos per Armero, il nero esterno è devastante, mette al centro per il colpo di testa di Hamsik. Il numero 1 avversario si chiama Padelli, il nome non deve trarre in inganno perché il portiere si tuffa e devia in angolo.
Nella ripresa il trend azzurro non cambia. Al 9' è ancora una triangolazione: Cavani-Insigne-Hamsik. Marekiaro è al centro dell'area, ma calcia al lato. Il Napoli è padrone del campo, l'Udinese non riesce neppure a rilanciare, tutto qui. Ancora 15 minuti prima dell'occasione più clamorosa della giornata. Hamsik inventa dalla tre-quarti per Armero che di potenza pura entra in area, solo davanti al portiere passa a Cavani: il matador è solo con tutta la porta vuota davanti, ma forse ha i capelli davanti agli occhi perchè riesce nel compito più difficile, mandare la palla fuori.
E' il segno che la giornata è storta, che il mese è sfigato, che i geni del pallone in maglia azzurra ritengono non alla loro altezza il resto della squadra. Mazzarri le prova tutte: mette dentro Dzemaili, poi Zuniga togliendo anche Cannavaro. Ma nulla. La partita non si sblocca. E lo scudetto se ne va. La Juve è a +6, bisogna guardarsi le spalle dalle terze in classifica che scalpitano.
Fonte:Il Mattino
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