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Ecco la lista di De Laurentiis:5 colpi per fare grande il Napoli

Posted by napolipersempre 14:49, under | No comments



Give me five: però prima, in quel bimestre da consumare lasciandosi cullare dalla colonna sonora della propria esistenza - «the Champions» - sarà indispensabile raschiare il fondo dell’anima (e del mercato), svelare l’identikit autentico dell’allenatore, scrutare le intenzioni (e i portafogli) altrui per studiare il Napoli e poi costruirselo, con o senza Mazzarri, con o senza Cavani. C’è un’estate davanti e in quell’orizzonte non ancora decifrabile, per mille e una ragione, Aurelio De Laurentiis ha già tracciato il personalissimo piano d’intervento, una revisione parziale eppure rilevante, affinché non muti la scena e restino inalterate le ambizioni: «Servono cinque innesti ed è previsto uno stanziamento considerevole». Give me five: una verniciata di novità tra difesa, centrocampo e attacco, una rinfrescata gattopardesca per fare in modo che cambi (quasi) tutto e non si modifichi nulla. Non l’anima, men che meno il processo di crescita d’un decennio da raccontare. Dammi il cinque: perché l’oro di Napoli continui a brillare.

DIAKITÈ - Fatta, è quasi fatta: e fino a prova contraria, cioé fino alla stesura del contratto, fino agli autografi delle parti, non ci saranno comunicazioni né annunci ufficiali. Fatta, da un bel po’ con Mobido Diakitè (26) è virtualmente fatta: però restano alcuni dettagli da rifinire, soluzioni a piccoli problemi da trovare, valutazioni finali da formalizzare. Però Diakitè è la risposta, la prima, all’addio di Hugo Campagnaro il parametro zero (della Lazio) che entra e va prendere il posto dello svincolato in partenza (direzione Inter), restando nei parametri del monte-ingaggio e abbassando un pochino anche la media dell’età d’una retroguardia che improvvisamente ha scoperto di avere qualche anno di troppo. Mobido Diakitè era stata l’idea dell’ultimo mercato di riparazione, la svolta a destra da imprimere alla propria restaurazione lenta: a bloccare l’operazione fu un infortunio, che però ha semplicemente rinviato il discorso, aggiornandolo a tempi migliori. Le chiacchiere le porta via il vento e però tra Bigon e il manager del francese gli appuntamenti si sono sommati e serve soltanto rimuovere qualche piccolo impedimento per riuscire a cancellare le resistenze e le perplessità: il Napoli è in vantaggio su russi e inglesi e prima ancora che si (ri)apra il mercato estivo, sarà possibile ufficializzare il nuovo incarico per l’ormai ex laziale.

NOCERINO - Eppure tornano: perché il calcio non butta via, men che meno i ricordi. C’era una volta la tentazione Nocerino (28), lo scugnizzo di santa Lucia divenuto una star, una vita da mediano a girar l’Italia tra l’Avellino, il Genoa, il Catanzaro, il Crotone, il Messina, il Piacenza, la Juventus, il Palermo e infine il Milan. ma certo che tornano: perché, estate del 2007, la domanda sorse spontanea, perfettamente in linea con il progetto societario: ma Nocerino? Ne parlarono, stavano per concludere, poi spuntò la Fiorentina, infine la Juventus ci ripensò e non se ne fece nulla. Gennaio 2013, perché il tempo è un galantuomo e fa riemergere le sensazioni piacevoli del passato: mentre big ben sta per ordinare lo stop, Napoli e Milan si appartano, è l’ultima domenica di un frenetico week-end, e cominciano a verificare i rispettivi interessi. Dzemaili è scontento, almeno quanto Nocerino, e si lavora sugli scambi di prestito: sembra deciso, quando ci sono conversioni a «U» su una formula che non convince del tutto. Però Nocerino rimane nel data base di Bigon, con il suo carico d’esperienza e la sua napoletanità, con la facilità a segnare - consegnatagli da Allegri - e una certa autorevolezza che lo spinge a volare alto. Magari a tornare nella sua Napoli, per entrare a far parte d’un centrocampo d’uomini solidi. Altrimenti, attenzione: Nainggolan (25) non è mai tramontato, semmai va verificata la richiesta di Cellino. Se resta aggrappato ai quindici milioni di euro, diventa più impossibile che difficile. E però prima c’è Nocerino.

OBIANG - Confessino: quante volte? Cinque, dieci: perché dove c’è la Sampdoria c’è (spesso) un osservatore del Napoli. Ci sono occhi che scrutano i margini di miglioramento di Pedro Obiang (centrocampista spagnolo della Guinea Equatoriale, 21 anni tra qualche giorno, il 27 marzo), una forza della natura che s’è ritrovato sui taccuini degli 007 azzurri sin dai suoi primi passi e che poi ha scoperto in diretta tv che piaceva a Mazzarri: «Gran giocatore». L’ammissione avviene in tempi non sospetti, nel settembre del 2012, e non alimenta eccessivi «gossip»: ma il mercato non brucia le impressioni più o meno recenti e, soprattutto, la presenza attiva del club partenopeo non va mai scemando. Vero è che nella Samp c’è molto altro: piaceva anche il talento argentino Mauro Icardi, prima che l’Inter allungasse le mani, e non ha smesso di stuzzicare la fantasia Nenad Krsticic, serbo, 22 anni; però Obiang, come dire?, s’è portato avanti con il lavoro, ha fisico possente, capacità in fase di interdizione e poi è versatile. Rientra a tutti gli effetti tra i parametri seguiti dal club, che gradisce acquistare calciatori in prospettiva, è un muscolare con senso tattico e con padronanza tecnica, direbbe Mazzarri che è da «bosco e da riviera». E dunque ha quanto basta per essere inserito nell’elenco di quelli che, dovesse restare il tecnico livornese, si ritroverebbe quasi automaticamente, a sua insaputa, in una corsia preferenziale per arrivare al San Paolo. Quante volte andranno a vederlo

DAMIAO - Il bomber: come prenderlo, già istruito al calcio europeo (soprattutto a quello italiano) oppure da strappare in Brasile, dove è nato e cresciuto e si sta affermando Leandro Damiao? Il dubbio è inevitabile, coinvolge indiscutibilmente il destino di Edinson Cavani, perché poi la scelta dovrà ricadere su un centravanti con caratteristiche da combinare con el matador, oppure con una personalità dirompente, capace di sostituire quell’extraterrestre, caricandosi sulle spalle il bottino di reti assicurato nel triennio da un uomo al di là di ogni logica previsione. Leandro Damiao è l’ultima stella brasiliana, che all’Internacional sta brillando di suo: ha un prezzo da top player e però anche appena ventiquattro anni. E’ - nel ruolo - un «leader», un goleador di caratura internazionale, ha una serie di corteggiatori sparsi per l’intero universo calcistico ed essendo stato monitorato a più riprese ha già fornito le proprie indicazioni tecniche ad uno staff che in Sud America va spesso e volentieri. Leandro Damiao ha il fisico, la stazza e quindi i connotati giusti per riuscire - eventualmente - ad assumersi la nobile responsabilità d’una star, d’un personaggio sul quale puntare ad occhi chiusi: serve una vagonata di euro, ben oltre i venti, un investimento che ha bisogno di certezze granitiche e che (innanzitutto) va collegata a Cavani.

MURIEL - Il giovin signore del gol sta crescendo e bene: e tra il bastone e la carota di Francesco Guidolin, è venuto fuori un Muriel da coccolare. Il Napoli ne rimase incantato nella passata stagione, a Lecce: e cominciò a prendere informazioni tecniche. Poi il ragazzo è tornato alla casa-madre, a Udine, ed i rapporti amicali, fraterni, tra Aurelio De Laurentiis e Giampaolo Pozzo possono favorire il viaggio sulla tratta con il Friuli. Va rivisto, va atteso, va lasciato crescere, va domato nel suo istinto ancora fanciullesco: però, stavolta, pur tra mille peripezie, un infortunio che lo ha fermato e un uso controllato, è arrivato a quota sei. Ha dimostrato, in assenza di Totò Di Natale, di poter fare anche reparto da solo; e poi ha confermato, in presenza di Totò Di Natale, di saperne essere degna spalla. E’ colombiano e quindi avrebbe Zuniga e Armero pronti ad accoglierlo per inserirlo; ha una stazza imponente almeno quanto il talento; ha ventidue anni appena; ha comunque un costo significativo, ma con i Pozzo gli affari, in passato (anche recente) hanno prodotto comunque risultati: in quel caso, non ci sarebbe neanche da accomodarsi per dare ufficialmente il via ad una trattativa. Basterebbe una telefonata, la manifestazione di interesse e una chiacchierata tra due presidenti che si stimano a prescindere. Muriel è nel «movimento delle cinque stelle» da tener presente: il nuovo che avanza, insomma.

Fonte:CDS

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