L’otto volante (chi l’avrebbe detto?) decollò nell’estate del 2004: intorno, le rovine e le macerie del Fallimento, e all’orizzonte, la densa foschia dell’incertezza spazzata via da un ciclone. «E invece, avete visto dove siamo arrivati? Siamo cresciuti e siamo fieri di ciò. A me questo Napoli piace. E piace un sacco. Perché è bello, è vivo, è giovane, è fresco: ed è più forte del Napoli dell’anno scorso» . L’otto volante che Aurelio De Laurentiis fa ripartire per ispezionare – poi – anche l’Europa è la giostra della felicità d’una città risorta dalle ceneri e in quel percorso mistico che l’ha condotto dalla polvere del Tribunale all’altare della Champions c’è la sintesi d’una idea manageriale applicata al calcio, la prova provata presentata che niente è impossibile:«Bisogna crederci, innanzitutto. E noi ci abbiammo creduto. E’ chiaro che adesso siamo in rodaggio, perché questo è il momento della lavorazione: però stasera sarà veramente bello poter presentare ai nostri tifosi questa squadra che mi appassiona».
L’ANTEPRIMA – Il film che non (?) t’aspetti è un cult estivo che nell’era De Laurentiis va in scena a fari accessi e in questo cinepallone che spinge Napoli a sorridere, a lanciarsi con leggerezza sul calcio, a godere di se stessa e di quella squadra ammessa di diritto nell’elite del Vecchio Continente, c’è l’essenza d’uno spettacolo da apprezzare con gusto: «E’ un’amichevole, chiaro, e le emozioni forti, quelle scatenate dai risultati, verranno poi. Però è anche l’occasione per far conoscenza con i nuovi calciatori, per ritrovare i vecchi. Io, in ritiro, dove siamo stati ospitati molto bene, ho notato che Hamsik va già fortissimo, che Maggio e Dossena sono scatenati, che De Sanctis è in forma; e che Inler, Donadel, Fernandez e Dzemaili si sono immediatamente integrati nel gruppo. Questo è un gruppo di ragazzi seri e motivati » .
CIAK, SI VOLA – L’ottava meraviglia di un Terzo Millennio “ rivoluzionato” con un’escalation inarrestabile, dalla C alla Champions volando, è al varo del San Paolo e in quel mare magnum d’euforia che travolge il Napoli, per un’overture senza frontiere con gli uruguayani del Penarol, galleggiano le aspirazioni di De Laurentiis e di quel miniesercito di scugnizzi, bambini nel tempo divenuti eroi: «E’ stato fatto un lavoro graduale, a vari livelli: non solo con la squadra, per esempio. Ora siamo intervenuti anche a Castelvolturno e a settembre, quando tutto sarà completato, vedrete gli studi tv, la radio via web. Però so bene che l’attenzione, non solo quella mediatica, è rivolta al campo: sono entusiasta dell’atteggiamento del gruppo, ragazzi entusiasti e migliorati che vogliono migliorarsi. Chi sa di rimanere, tende a mettersi in mostra; chi potrebbe partire, ci dà sotto per farsi notare. C’è in chiunque intensità e senso di apparteneza. M’è piaciuto l’approccio di tutti, dai più giovani a Lucarelli, che è un grand’uomo, simpatico e profondo.
IL PIANO MAZZARRI – Per gradire, Napoli-Penarol: è una sfilata, un appuntamento con trentamila fans, la “prima” notte che anticiperà gli esami autentici da tre punti, gli appuntamenti-chiave sui quali atterrare con quel cumulo di nozioni tattiche legate a filo doppio al progetto che De Laurentiis si coccola tra due guanciali, il campionato e la Champions: «Non abbiamo cambiato tecnico e dunque abbiamo dalla nostra anche la forza della continuità tecnica: se lo avessi dovuto fare, avrei scelto, come si sa, un interprete del 3-4-3. E invece possiamo permetterci di proseguire nel solco del passato: il modulo Mazzarri va avanti, i calciatori che già c’erano sanno già cosa fare e come farlo; i nuovi hanno dimostrato di sapersi calare in fretta nel ruolo, negli schemi, nel sistema. E’ un vantaggio, a pensarci bene. Ma è anche la testimonianza di quello che vuole il Napoli. E a me questo Napoli piace per davvero. E’ più forte di quello che ci ha portato sin qua » .
Corriere dello Sport
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