Di lui s'è parlato per un'estate intera: «Gargano lascia», «Gargano è sul mercato», «Gargano pretende la garanzia di un posto da titolare». Ieri il centrocampista del Napoli, nazionale uruguagio, ha ripreso a parlare, confessandosi a trecentosessanta gradi e senza lasciare il minimo dubbio sul suo futuro immediato. Anzi, il «Mota», marito della sorella di Hamsik, Michaela, e papà del piccolo Matias, rivela di voler vincere qualcosa anche con il Napoli dopo aver vinto due scudetti con il Danubio (2004 e 2007), l'ultima Coppa America ed essere arrivato quarto al Mondiale.
Gargano, è vero che è stato sul punto di lasciare il Napoli?
«Mai».
Ed allora perchè circolavano tante voci su una sua presunta partenza?
«Non lo so, o meglio lo posso immaginare. Per quanto mi riguarda non ho mai pensato di andar via, tantomeno la società mi aveva informato di una possibilità del genere. Ho un contratto che scade nel 2015 ed intendo rispettarlo».
Si può sapere cosa ha immaginato?
«Che a Napoli esistono delle persone che non mi vedono di buon occhio e che hanno detto di tutto sul mio conto pur di farmi andar via».
Cioè?
«Addirittura che avevo un'altra famiglia, che avevo avuto un bambino da una relazione, che non andavo d'accordo con mia moglie. Delle assurdità. Davvero non capisco come si possa arrivare a tanto. Per fortuna la maggioranza dei tifosi non ha creduto a queste dicerie che però a me hanno procurato solo dispiacere».
Come si sente adesso?
«Più tranquillo, sereno, ho capito che si trattava di pettegolezzi messi in giro ad arte. Sto bene a Napoli ed in questi giorni sono solo preoccupato per Matias che ha preso la varicella ma passerà».
E della storia del posto da titolare garantito?
«Un'altra invenzione messa in giro da chi non mi vede con simpatia. Possono chiedere a Tabarez se ho mai creato problemi in uno spogliatoio. Io sono uno che tira per il gruppo. Se merito di giocare, gioco. Se devo restare in panchina, rispetto le decisioni dell'allenatore. Ma m'impegno sempre per dimostrare chi è Gargano e per conquistare un posto da titolare».
Intanto lo scorso campionato non ha reso secondo le aspettative e nel finale Mazzarri le ha preferito un altro.
«Anche i fenomeni possono avere un calo di rendimento nella loro carriera. Non siamo delle macchine. Lo so anche io di avere avuto alti e bassi. Eppure penso di aver offerto il mio contributo per la Champions (36 presenze, ndr)».
Come si sente dopo la vittoria della Coppa America?
«Felice. Dopo i due scudetti con il Danubio, il quarto posto ai Mondiali e la Coppa America mi manca di vincere qualcosa in Europa con il Napoli. Speriamo che accada prima possibile».
Allude ad uno scudetto?
«Perché no? Ma sappiamo che è difficile, ci sono altre squadre più attrezzate di noi. Di sicuro noi punteremo a fare meglio dello scorso campionato. La mentalità è quella di migliorare di anno in anno. Ora la rosa è più attrezzata, è cresciuta la qualità complessiva del gruppo».
Intanto anche con la Celeste era partito dalle retrovie e poi ha trovato spazio in prima squadra.
«Ed ho partecipato proprio alla semifinale con l'Argentina. A fine partita andai a salutare Lavezzi nello spogliatoio ma era troppo amareggiato e me ne guardai bene dal fare battute. Ancora oggi non scherzo su quella eliminazione, il Pocho non l'ha digerita».
Quanto è stato importante per il Napoli aver trattenuto suo cognato Hamsik e Lavezzi, nonché il nucleo storico?
«Molto importante. Mi sarebbe dispiaciuto separarmi da loro. Per me Marek ed il Pocho, ed anche Cavani, sono come delle bandiere per questa squadra. Ma bisogna anche rispettare le ambizioni di un calciatore, se si presenta un'occasione irrinunciabile non lo si può trattenere con la forza».
Non mi ha ancora parlato di Mazzarri.
«Con il mister sono andato sempre d'accordo. Si parla tanto di calcio tra di noi. Giocherei ovunque lui dovesse chiedermi di giocare: a destra, a sinistra, al centro. So che lo farebbe per il bene del Napoli ed io volentieri mi metterò a sua disposizione facendo di tutto per conquistarmi un posto da titolare».
Quando parla di qualità migliorata nello spogliatoio allude ad Inler?
«Non solo a lui, anche gli altri nuovi arrivati si conoscevano. Si tratta di buoni giocatori ed a centrocampo sicuramente saremo più competitivi di prima».
Dopo la sfida in Coppa America ci sarà un nuovo faccia a faccia con Messi tra pochi giorni.
«Non so se giocherò a Barcellona ma il Napoli può solo puntare a fare bella figura contro quei campioni».
Cosa direbbe ai suoi denigratori?
«Di giudicare senza prevenzione e di non scherzare con gli affetti familiari altrui perché si gioca con il fuoco».
CDS
0 commenti:
Posta un commento