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La prima di Edy Reja al San Paolo da avversario

Posted by napolipersempre 11:42, under | No comments

Cantava «’O surdato ‘nnammurato», cantava «oje vita, oje vita mia», imparò il testo della canzone scritta nel 1915 da Aniello Califano. Il menu di Edy Reja a Castelvolturno era fisso: rombo con le patate e vino rosso. Oppure, nelle sere fredde, optava per un buon passato di verdure. Spesso faceva un salto in cucina, era adorato dai cuochi e dai camerieri: quest’ultimi avevano il compito di registrare le partite e tenerle pronte. La carne rossa la mangiava alla “Fattoria del Campiglione” a Pozzuoli: il giovedì era una tappa fissa e se si vinceva la domenica lo schieramento al tavolo doveva essere lo stesso della settimana precedente. Il pesce lo gustava alla “Lanterna del Porto”, vicino all’Holiday Inn Resort che diventò la sua casa (è il centro sportivo del Napoli). Nella sua camera (la 505) c’era un televisore al plasma e tanti quadri, furono scelti dalla moglie Livia, è un’intenditrice di arte.
 
EDY E NAPOLI - «Io ci provo!», si presentò così a Napoli Edy Reja, aveva 60 anni, iniziò una nuova vita. Centrò le sue imprese, ma pensò di lasciare tre volte, non l’ha mai fatto. Accadde in C1 e in B, i consigli della moglie Livia lo convinsero a restare. Reja a Napoli ha vinto, all’inizio non ci credeva nemmeno lui: «Noi in A in tre anni? Chi lo dice? Mettetegli la camicia di forza» ripeteva sorridendo. Ha conquistato la promozione in serie B e in serie A, è arrivato in Intertoto, ha occupato la panchina azzurra per quasi 200 volte. De Laurentiis lo considerava uno di famiglia, «uno che avrà sempre la porta aperta di casa Napoli». Lo battezzò «il mio Clint Eastwood».
 
IL NOME – La gente l’ha amato e fischiato, è successo anche a Napoli, non solo a Roma. Quei fischi però non rovinarono il rapporto che si creò, rimasero nell’ambito di una contestazione civile, di critiche dovute ai momenti più difficili. Reja è rimasto seduto su un vulcano, ha gestito la presenza perché «quando arriva una vittoria capisci che hai fatto felice tanta gente: io me ne accorgo per strada, le vittorie a Napoli hanno un altro colore. E l’effetto si sente anche a centinaia di chilometri di distanza» diceva nell’intervista del tempo. A Lucinico, a casa sua, i ragazzi napoletani che lavoravano la terra lo consideravano un riferimento. Reja si sentiva in dovere di vincere per Napoli: «In altri posti, dopo una sconfitta, ti viene da pensare… vabbè, ci rifacciamo domenica prossima. A Napoli no, è impossibile».
 
IL TOUR – Edy e Livia Reja sono due appassionati d’arte. Hanno apprezzato le bellezze artistiche, la storia e la cultura di Napoli. La città sotterranea, le cave di tufo, il primo acquedotto, i Decumani sono posti che anno visitato rimanendo affascinati. Più che passeggiare su via Caracciolo a Reja piaceva immergersi nel ventre della città antica. Sono stati spesso al Museo Nazionale, hanno girato per Castel dell’Ovo e Piazza Plebiscito, hanno conosciuto i Quartieri Spagnoli. Reja rimetterà piede a Napoli sabato, nel giorno in cui la squadra raggiungerà il ritiro scelto per vivere la vigilia della partita. Riceverà tante visite, sarà atteso da tanti amici e da una partita unica, bella, difficile, speciale.
 
A ROMA – La crisi esiste, il rapporto vive di frizioni da mesi, di tensioni, si è creata una spaccatura. Reja si è sfogato dopo Lazio-Cesena dicendo «così non so se reggerò», è rimasto colpito dalle critiche e dalle «offese verbali». Ma forse qualcosa sta cambiando, nei prossimi giorni ci potrebbe essere un incontro tra una delegazione di tifosi biancocelesti e il tecnico goriziano. Si sta lavorando affinché possano crearsi i presupposti per concretizzare questa ipotesi. Mancano otto partite al termine della stagione, la squadra è in lotta per la Champions, serve che l’ambiente sia unito per riconquistare il quarto posto. Reja si sente poco considerato nonostante i punti conquistati in campionato e la salvezza ottenuta l’anno scorso; il popolo biancoceleste non gli perdona i quattro derby persi di fila e l’atteggiamento mostrato dalla squadra nelle gare contro la Roma. Negli ultimi giorni si sono registrati segnali riconcilianti, qualcosa può accadere.
 
IL 10 APRILE – La Lazio domenica giocherà a Napoli, tornerà in casa il 10 aprile per affrontare il Parma: per quel giorno Reja e i tifosi potrebbero trovare un punto d’incontro per vivere il rush finale al meglio, nel giusto clima.

Corrieredellosport



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