L'ombra che s'allunga sul san Paolo e lo domina dall'alto è d'un Dio pagano che non conosce rivali e mentre le tenebre stanno per inghiottire Napoli, i volti s'illuminano d'immenso. Il fascino incancellabile della memoria è in quel profumo ch'emana il candido talento conservato nei ricordi e ciò che resta nel kun Aguero è l'espressione divertita di chi aveva già intuito il copione d'una notte abitata dal fantasma di Diego. Napoli-Manchester è ormai pronta per decollare, un battito di ciglia e via, ma prima che la sfida cominci e ripieghi in quel fazzoletto che raccoglie i rimpianti del bel tempo che fu, la scena è in quel velo di tristezza, di pura e però anche dolcissima melanconia, o anche nella percepibile gratitudine che la conferenza stampa della vigilia riserva ancora all'idolo di generazione intere. L'uomo dei sogni vissuti è ormai lontano un ventennio ma nell'aria pur frizzante di un'altra sfida epocale, la sagoma del totem si sovrappone, poi si estende in lungo ed in largo, quasi a formare un ponte tra il passato e il futuro sul quale pure Aguero dondola grato. Il tempio di Maradona è un'emozione.
Lo sa, kun?
«Lo so bene, perché con Diego ho spesso parlato della sua esperienza napoletana. E se pure non l'avessi mai fatto, la tv mi avrebbe raccontato ogni cosa di lui qui, in questo stadio in cui è stato protagonista. Io so cosa significhi Maradona per questa città, so che è un Dio, come lo è per noi argentini».
E sa che avrà gli occhi curiosi della gente addosso?
«Me li aspetto, certo. E' inevitabile che ciò accada. Ma questo non cambia nulla. Non mi mette ansia, non mi mette pressione, non mi fa avvertire tensione».
Che tipo di accoglienza si aspetta?
«Non so, sono un avversario e spero di essere accettato per il mio ruolo. Ma credo anche che essere il genero di Maradona possa costituire per me un vantaggio. Mi piace crederlo, sento che sarà così, perché so che i napoletani vogliono bene a Diego».
Giorni duri per lui.
«E infatti non c'è stato modo di discutere della partita e di questo avvenimento. E' un momento doloroso per Diego, per la sua famiglia. Da qui, da questo che è stato il suo fantastico mondo, penso solo ad abbracciarlo. Altro non saprei dire».
Impressioni di una serata particolare.
«Spero di divertirmi, ma non so. E' una partita difficile, in un'atmosfera diversa, perché ovviamente qui tutto sa di Diego. Ma posso garantire che dentro di me sono tranquillo».
Inevitabile chiederle: possibile che lei ripeta con la maglia del Manchester ciò che suo suocero ha fatto con la casacca del Napoli?
«Chi può dirlo? Però sarebbe bello riuscire a ripetere le sue gesta. Anche se è difficile. Io sono contento del mio club, mi sento apprezzato, stiamo facendo bene. E questo di Napoli è un bell'esame».
Nel nome di Diego, un po' in quello del "pocho", l'eroe attuale...
«Sono amico di Lavezzi, abbiamo modo di incontrarci in Nazionale, di chiacchierare. Ma mai di calcio. Abbiamo altri argomenti. E soprattutto né io ho mai chiesto a lui di venire al Manchester, né lui ha proposto a me di venire qui al Napoli. Abbiamo rispetto delle nostre società».
Fonte:CDS
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