Continua a riscuotere impressioni positive una Colombia che non china la testa di fronte ai padroni di casa, dimostrandosi anzi più solida, tatticamente meglio organizzata e capace addirittura di pungere in avanti più dei padroni di casa. Lo zero a zero finale, giunto al termine di una partita comunque avvincente, ha per gli uomini di Gomez il sapore di una qualificazione ormai certa, e magari di un incrocio favorevole ai quarti.
FORMAZIONI – Scende in campo con un 4-1-4-1 la Colombia dalla difesa per tre quarti italiana (Perea dell'Atletico Madrid l'unico “intruso”), e con Ramos centravanti. Schierata con un 4-3-3 invece l'Argentina, nella quale le punte sono Tevez, Lavezzi e Messi.PARTITA – Questa è forse la prima gara del torneo nella quale, fin dal primo tempo, si assiste ad una prestazione convincente da entrambe le parti sia a livello tattico che per quel che riguarda la costruzione di gioco. La superiorità offensiva dell'Argentina è ovvia ed ineludibile, infatti il tema di tutta la prima frazione di gioco è ovviamente quello dell'assedio dei biancocelesti, i quali cercano di accerchiare la squadra avversaria stringendola nella propria metacampo e spingendola a rintanarsi sempre più indietro. Il problema per gli uomini guidati da Batista è che la Colombia è molto agile sia nel chiudersi che nel ripartire, mentre la difesa respinge bene gli attacchi del tridente Messi-Lavezzi-Tevez. A fare acqua, piuttosto, è la retroguardia della nazionale padrone di casa, che se attaccata in contropiede dimostra una solidità scarsissima, senza dubbio figlia della leggerezza; già al 20esimo c'è Ramos a tu per tu con Romero, ma manda alto da pochi passi, mentre 6 minuti il centravanti medesimo viene falciato in area dopo aver superato il portiere rivale, tuttavia l'arbitro fa giocare e Moreno a porta vuota manca clamorosamente lo specchio. Nonostante le rilevanza delle occasioni favorevoli ai colomibiano, c'è anche l'albiceleste nel tabellino, in particolare per via di quella conclusione respinta da Martinez a Lavezzi, il quale favorito dall'ottimo filtrante di Messi si trovava a tu per tu con il portiere avversario.
Nella ripresa, la resistenza della Colombia si dimostra inossidabile, anche perché gli uomini di Gomez possono benissimo accontentarsi del pareggio per continuare a guidare il Gruppo A, perciò gli è possibile utilizzare una tattica attendista senza i classici patemi d'animo di una squadra che pensa solo a difendersi. Per cambiare lo status quo ormai consolidato, Batista ricorre allora ad una doppia sostituzione, mandando in campo Gago e Aguero al posto degli “italiani” Cambiasso e Lavezzi. L'immediata conseguenza a questo riassetto dell'undici albiceleste sono due chance consecutive per gli avversari, al 65esimo ed al 67esimo: prima Armero con un diagonale sfiora il palo, a Romero battuto, mentre due minuti dopo è Falcao a costringere l'estremo difensore dei padroni di casa all'intervento acrobatico in uscita. Non cambia nulla nemmeno nei minuti successuvu, ed è così che il coach argentino manda addirittura in campo una quarta punta, rilevando Banega per far posto al madrileno Higuain. Con lo stato di assedio creatosi negli ultimi minuti, il nuovo entrato fa valere sul serio il suo talento, approfittando della sua particolare collocazione tattica per svariare su tutto il fronte creando continuamente una superiorità numerica nella zona di campo che sceglie di occupare. Il tempo tuttavia stringe, ed alla fine i padroni di casa sembrano quasi rassegnati all'inevitabilità del pareggio, che alla fine arriva per davvero. Un'altra partita sulla carta avvincente si chiude senza gol, deludendo i tifosi di casa.
CHIAVE – La determinazione della Colombia ed il rigore tattico perfettamente mantenuto per tutta la gara, in qualunque situazione, sono i motivi del pareggio, che in realtà per gli uomini di Gomez è un successo.
CHICCA - Le accelerazioni Armero sulla sinistra sono indimenticabili, difficile trovare un terzino che riesca a spingersi così in avanti e senza fatica come il colombiano di proprietà dell'Udinese, tra l'altro non lasciando mai un buco dietro.
TATTICA – Finché la Colombia riesce a non farsi schiacciare minacciando i rivali tramite dei contropiedi velenosi, la difesa può contenere perfettamente l'offensiva argentina grazie in particolar modo alla rapidità dei due terzini, i quali non permettono alle ali albicelesti di penetrare. Scricchiola un po' la retroguardia colombiana in fase d'assedio, ma la scarsa durata di tale situazione d'emergenza permette alla difesa medesima di reggere fino alla fine.
MOVIOLA – Al 26esimo si verifica quell'episodio estremamente controverso, di cui si è già detto, che condiziona fortemente l'andamento della gara: su un passaggio orizzontale della difesa argentina si avventa Ramos dribblando il portiere, ma venendo messo giù da Burdisso. L'arbitro lascia giocare, non espellendo il difensore biancoceleste e non concedendo il rigore, ma clamorosamente l'accorrente Moreno sbaglia a porta vuota! Giusto lasciar giocare data l'ampia possibilità che aveva il colombiano di segnare la rete del vantaggio, oppure espulsione e rigore avrebbero favorito maggiormente la Colombia, sulla carta, ed erano perciò da concedere? Al 55esimo un'altra situazione avrebbe potuto infiammare gli animi: favorito da una strana deviazione di Perea all'indietro, Lavezzi si trova solo davanti a Martinez, oltre a tutti i difensori, e colpisce di testa costringendo l'estremo difensore colombiano al miracolo. L'arbitro aveva segnalato il fuorigioco, che non c'era dato che l'assist non è giunto da un compagno di Lavezzi, ma da un avversario. Il fatto che il napoletano non abbia realizzato la rete, tuttavia, ha spento sul nascere le possibili polemiche.
PROMOSSI&BOCCIATI – Discreta la partita di Messi, che sceglie di impegnarsi soprattutto nell'inventare assist per i compagni, in conseguenza dei quali tuttavia le punte dell'albiceleste non combinano nulla di buono, anche per via della grande prestazione del portiere colombiano Martinez, ovviamente promosso in questa gara. Interessanti pure le prestazioni di Zabaleta nell'Argentina e di Ramos nella Colombia, entrambi vanno ben oltre la sufficienza in questa occasione. Da bocciare senza attenuanti Moreno per aver fallito a porta vuota la rete del possibile vantaggio colombiano, nonché la coppia centrale argentina (Burdisso e Milito) per le tantissime falle che hanno intimorito tutta la squadra, viziandone anche il gioco offensivo.
Goal.com
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