Si vota pure al San Paolo, domenica sera. Partecipazione record per la supersfida contro l’Inter (20.45), da cui il Napoli si aspetta il passaporto diretto per la Champions League. Neanche un posto libero, a Fuorigrotta. Ieri pomeriggio, con quattro giorni e mezzo d’anticipo, il sito internet del club azzurro ha annunciato il tutto esaurito. L’ennesimo della stagione. Saranno in 60 mila: altro che astensionismo. Nessuno vuole perdersi la gara che vale un intero campionato e minaccia anche di trasformarsi in un referendum: pro o contro Walter Mazzarri. Stadio spaccato e risultato incerto, secondo gli exit poll. Ma in ogni caso non si andrà al ballottaggio. È adesso che si decide il destino dell’allenatore, irreprensibile sul campo e meno avveduto fuori. I risultati, per ora, sono tutti dalla sua parte. Manca solo un punto per tagliare lo storico traguardo, che spazzerebbe via un bel poco di veleni e soprattutto la suicida campagna elettorale del tecnico livornese, alla apparenza mirata a conquistare il consenso della Juve. Più di quello dei napoletani.
Infatti i tifosi ci sono rimasti male. Il tam tam su internet, che è iniziato dopo la sconfitta di Lecce, non lascia presagire una bella accoglienza, per Mazzarri. Il partito del “contro” lo accusa di alto tradimento, ma non è detto che abbia la maggioranza assoluta al San Paolo. Molto dipenderà dal risultato di domenica sera contro l’Inter, che potrebbe infoltire il partito del “pro” e far prevalere la riconoscenza. La Champions non cancellerebbe l’amarezza per il brusco voltafaccia del tecnico, ma sarebbe un bel regalo d’addio.
A Castel Volturno, ieri pomeriggio, un tifoso ha avvicinato con garbo Mazzarri e gli ha chiesto se davvero lascerà il Napoli per la Juve. «Le altre squadre non c’entrano...», gli ha risposto il tecnico con altrettanta cortesia, lasciando intendere che il suo problema è solamente con De Laurentiis, non con la città. Ma questo non è il momento per sviscerare le cause dell’eventuale addio. Adesso è l’ora del referendum. Parola e voto ai 60 mila del San Paolo: pro o contro l’allenatore di due anni di successi, offuscati sul più bello.
Prima di tutto viene la Champions, però. E dunque si può pure immaginare uno scenario differente: 90’ di gran tifo per il Napoli, senza veleni. E poi, soltanto a traguardo raggiunto, il referendum su Mazzarri. Che domenica notte, salvo ripensamenti, dirà addio al San Paolo. Ma ha il dovere di farlo da vincitore.
repubblica.it
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