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L'Inter piange lacrime napoletane, ma non era una moda partenopea?

Posted by napolipersempre 17:32, under | No comments




Di solito per tradizione devono essere sempre i napoletani a piangere e recitare la parte dei cosiddetti "piangina", ma ieri sera le parti si sono capovolte ed il pianto è diventato a strisce nerazzurre con tanto di critica accomodante. Premesso che la direzione di Rocchi è stata discutibile sotto molti punti di vista, ma una squadra Campione del Mondo non può attaccarsi ad un'espulsione ingiusta per dire che non ha fatto bottino pieno. Strano che il lamentio venga proprio da Moratti e co., loro che hanno vinto meritatamente una Champions uscendo indenni dal "Camp nou" in 10 uomini ed allora nessuno disse nulla, anzi si elogiarono Mou ed i suoi ragazzi che poi trionfarono contro il Bayern. Obi o no, la squadra di Ranieri ha creato ben poco perchè di contro ha trovato un Napoli molto motivato che difendosi con ordine ha respinto tutti gli attacchi ed in contropiede ha asfaltato un'Inter ancora in convalescenza. Si parla solo di Rocchi e degli infortuni della compagine milanese, ma non di un Cannavaro versione nazionale e di un Maggio dirompente a destra oppure dell'assenza di un certo Cavani.
Strano vedere piangere l'Inter perchè questo è stato da secoli il marchio di fabbrica che Napoli ed i napoletani si portano dietro; quando Mazzarri si lamenta per errori arbitrali ecco subito la risatina dell'occasione con sottofondo musicale della tarantella e foto della pizza come a voler dire che è un habituè tutto partenopeo a cui non bisogna dare importanza perchè andare contro lo strapotere del Nord non giova alle casse delle emittenti tv. Pensare che sul Meazza ieri si sono levati i soliti cori beceri che mettevano in risalto la fortuna di non essere napoletani, anche se nei fatti la copia perfetta della sceneggiata napoletana rivista e modificata è andata in onda con il placet di una critica che parla poco di un Napoli al primo posto che prova un primo tentativo di fuga. Falli di frustazione sul Lavezzi, frasi intimidatorie di Deki a Maggio, J. Cesar che urla e sbraita diventando di un solo colore con la sua casacca rossa sono da un lato comprensibili visto l'errore di Rocchi ma dall'altro ti fanno capire quanto nervosismo ci sia nel non riuscire a star dietro ad una squadra più giovane che corre e ti fa sudare. Vincere a Milano sembra essere passato come un oltraggio o lesa maestà al calcio italiano abituato a vedere le solite squadre in testa e poco avvezzo alla ventata di rinnovamento di un Napoli diventato una realtà riconosciuta da tutti in campo europeo, ma ammessa da pochi i quali sono rimasti ancorati ad una visione di un club comandato in maniera approssimativa, i cui risultati sono solo frutto di casi estemporanei dettati dalla fortuna. Dopo il Diavolo ecco esorcizzato il biscione nerazzurro, il triplete milanese è servito per par conditio di tutti e l'accettazione di pochi
CN24

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