NAPOLI - L'allenatore del Napoli Walter Mazzarri mostra di non essere interessato ad apparire simpatico all'interno del mondo del pallone: «C'è poca abitudine - ha spiegato il tecnico al Chiambretti Night, in onda questa sera su Canale 5 - a sentire uno che dice quello che pensa . Ci sono molte persone non troppo lineari, c'è ipocrisia. Ma va bene così, in fondo quelli troppo simpatici non li teme nessuno. Non sono capace di fare il finto umile. Io sono simpatico con chi è simpatico».
A proposito del suo temperamento, Mazzarri ha detto che «quello che faccio viene valutato diversamente. Io per esempio sono stato espulso solo una volta, a differenza di altri miei colleghi che vengono espulsi almeno due volte in un campionato. Eppure dicono che aizzo il pubblico quando mi lamento per un rigore che secondo me c'era».
Su Roberto Donadoni che, anni fa, aveva detto che Mazzarri come persona vale poco, l'allenatore del Napoli ha chiarito che «lui ha corretto quella frase, fu strumentalizzato un suo concetto, poi però la cosa è stata chiarita».
Anche con Massimiliano Allegri non ci sono stati problemi particolari: «Mi sono fatto la fama - ha detto Mazzarri - che ho problemi con colleghi, ma molte volte non si vede che le battute vengono da altri e io rispondo. Se foste stati attenti prima della partita col Milan io ho risposto a battute di altro. Ognuno di noi ha fatto percorsi diversi, come uomo non lo conosco, come allenatore conosco i suoi trascorsi».
Mazzarri ha poi ricordato il suo diverbio con Josè Mourinho: «La frase che un asino non diventerà mai un cavallo di razza? Non la disse Mourinho ma un suo galoppino. Quando c'è stato da discutere della prestazione dell'Inter a Napoli, lui non volle riconoscere che il Napoli giocò meglio dell'Inter. Lui disse che non ho mai vinto la coppa Toscana? Bisogna vedere il valore delle squadre che abbiamo allenato e fare il calcolo degli investimenti fatti dalle società».
Su Quagliarella «dispiace si sia fatto male. Se lo riprenderei? Nessuno l'ha cacciato». Infine, una battuta sul suo rapporto con i calciatori di grande personalità: «Non ho mai avuto problemi con i giocatori cosiddetti difficili - ha spiegato il tecnico - anzi ho creato un bel rapporto per esempio con Lucarelli. Di Cassano ho un buon ricordo, due anni senza che sia successo nulla».
Il Mattino
A proposito del suo temperamento, Mazzarri ha detto che «quello che faccio viene valutato diversamente. Io per esempio sono stato espulso solo una volta, a differenza di altri miei colleghi che vengono espulsi almeno due volte in un campionato. Eppure dicono che aizzo il pubblico quando mi lamento per un rigore che secondo me c'era».
Su Roberto Donadoni che, anni fa, aveva detto che Mazzarri come persona vale poco, l'allenatore del Napoli ha chiarito che «lui ha corretto quella frase, fu strumentalizzato un suo concetto, poi però la cosa è stata chiarita».
Anche con Massimiliano Allegri non ci sono stati problemi particolari: «Mi sono fatto la fama - ha detto Mazzarri - che ho problemi con colleghi, ma molte volte non si vede che le battute vengono da altri e io rispondo. Se foste stati attenti prima della partita col Milan io ho risposto a battute di altro. Ognuno di noi ha fatto percorsi diversi, come uomo non lo conosco, come allenatore conosco i suoi trascorsi».
Mazzarri ha poi ricordato il suo diverbio con Josè Mourinho: «La frase che un asino non diventerà mai un cavallo di razza? Non la disse Mourinho ma un suo galoppino. Quando c'è stato da discutere della prestazione dell'Inter a Napoli, lui non volle riconoscere che il Napoli giocò meglio dell'Inter. Lui disse che non ho mai vinto la coppa Toscana? Bisogna vedere il valore delle squadre che abbiamo allenato e fare il calcolo degli investimenti fatti dalle società».
Quella parola, scudetto, preferisce non pronunciarla: «Faccio spesso gli scongiuri - ha detto scherzando - stiamo andando oltre ogni prospettiva, ci sono ancora 21 punti in palio e può succedere di tutto, cercheremo di andare più in alto possibile». Mazzarri ha spiegato che il Napoli farà «corsa su di noi e alla fine tireremo le somme. Quando ci sono annate così imprevedibili vuol dire che tutte le componenti hanno funzionato al meglio, non solo l'allenatore». A proposito dell'atmosfera che si respira attorno alla squadra partenopea, Mazzarri ha le idee chiare: «Quando le cose vanno bene tutti si danno meriti. Ma quando le cose vanno male un allenatore può solo contare sul suo staff».
«Io alla Juve? Non deve fare la domanda. Con l'attuale dg bianconero Marotta ci sono state discussioni ai tempi della Sampdoria perché non era abituato ad allenatori che giocano con difesa a tre. Ora però sa benissimo cosa vuole Mazzarri se dovessimo ritrovarci insieme, ma questo non vuol dire che andrò alla Juventus», dice Mazzarri a Chiambretti rispondendo sull'ipotesi di un suo arrivo alla Juventus. Su Buffon «nessuno può discuterlo - ha detto Mazzarri - poi se ha dei problemi fisici è un altro discorso, ma resta il primo portiere al mondo».
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