Strano a dirsi, ma l'unico che ci ha veramente azzeccato è stato proprio Adriano Galliani, quando assicurò che le possibilità di un approdo di Marek Hamsik al Milan fossero nulle. Di sicuro, l'amministratore delegato dei campioni d'Italia non ha disdegnato di rinfocolare il tam tam mediatico relativo al famigerato Mister X, che col passare dei giorni estivi pareva essere più un supereroe della Marvel. Salvo poi ridiventare un normale giocatore, quando si è scoperto che dietro l'incognita si celava Alberto Aquilani "uomo di vetro". Certamente non è solo merito della carta stampata se per un paio di mesi Hamsik è stato accostato ai rossoneri. Infatti, quando le notizie vere scarseggiavano e le testate sportive faticavano a sopravvivere di presunte indiscrezioni, ecco che Marekiaro decide di farsi intervistare prima dal quotidiano slovacco "Pravda" e poi da Sky Italia, in cui lo slovacco innocentemente non ha precluso la porta hai rossoneri per un discorso futuro. Peccato che queste dichiarazioni poi siano state strumentalizzate a dovere ed utilizzate per rendere questo ipotetico discorso futuro in attuale.
Ricapitolando, grande pressione mediatica sul pupillo del Napoli, opinionisti certi della buona riuscita dell'operazione pro Milan, Galliani che glissa sornione, da vecchio "volpone" qual'è. Cosa manca per compiere il passo definitivo? Ecco che si fa nitida all'orizzonte l'ingombrante (in tutti i sensi) sagoma dell'"Al Capone" dei procuratori: Mino Raiola, sempre più emissario di mercato del Milan. Tutti gli ingredienti del "metodo Ibra" erano in pentola, ossia tutta una manovra sotterranea, poco ortodossa, molto "lobbystica", di portare allo scontro calciatore e società detentrice del cartellino, affinchè si creassero le condizioni ideali per intervenire al momento giusto ed acquistare il giocatore, proprio com'è successo tra il Barcellona e Ibrahimovic. Scontro totale che ha portato il club catalano a svendere il campione svedese a una cifra tre volte inferiore al prezzo pagato un anno prima all'Inter. Proprio queste due interviste sopra citate, piuttosto pilotate, sembrano essere il marchio di fabbrica di Mino Raiola, il quale, nel periodo in cui esse sono state rilasciate, ha tentato di affiancare lo storico agente di Hamsik, Jozef Venglos.
Ciò che però ha impedito quest'operazione è stato il ruolo del presidente De Laurentiis. Il patron del Napoli ha ricacciato al mittente ogni tentativo di pressione. Ha fiutato immediatamente il tentativo congiunto di creare fratture tra società e giocatore. Anche se i metodi sono spesso criticabili e travalicano l'equilibrio diplomatico, va dato atto a De Laurentiis di essersi comportato da vero comandante e di aver difeso strenuamente il proprio patrimonio, ponendosi palesemente di traverso alla Gazzetta dello Sport, al Milan e a Mino Raiola stesso, giocando al rialzo e contrabbattendo altrettanto mediaticamente alle ipotesi di cessione dello slovacco, costringendo così Galliani & co ad uscire allo scoperto.
Anche per quest'anno le chiacchiere sotto la calura estiva sono state tante. I fatti zero.
Riccardo Simeone per Epressonline.net
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